I fondi di caffè come combustibile: una scelta economica ed ecologica

Manca poco all’arrivo dell’inverno e del momento di riaccendere l’impianto di riscaldamento, con conseguente rialzo delle bollette energetiche. Molti, in questi anni, hanno scoperto il pellet, combustibile ricavato dalla segatura di legno essiccata. Produce molto calore, pesa meno del legno, sta comodamente in sacchi che si versano nel serbatoio della stufa e la alimentano per ore. Dà un vantaggio ambientale, perché per fare il pellet non è necessario buttar giù gli alberi: si usano scarti di lavorazione del legname.

Ma cosa c’entra il caffè con tutto questo?

Ogni anno in Italia vengono tostati 240mln di kg di caffè, di cui circa il 75% (180milioni di kg) è consumato sul nostro territorio e diviene scarto. Da qualche anno si sono aperti nuovi orizzonti industriali, con enormi aumenti di fatturato e di occupazione, proprio pensando a come riciclare i fondi di caffè. Questa preziosa materia prima, soprattutto sotto forma di cialde, può diventare pellet per alimentare stufe, caldaie e in futuro anche le auto.

Quali sono i vantaggi di questo nuovo utilizzo?

Intanto, visto che il caffè è una sostanza di origine biologica, rispetta le direttive di Kyoto sulle emissioni e abbatte l’impatto ambientale rispetto ai combustibili fossili. In secondo luogo, si toglie il caffè dal ciclo dei rifiuti aggiungendo valore a qualcosa che altrimenti verrebbe buttato in discarica. Infine, il fondo di caffè si trova qui, in casa nostra, a chilometri zero, riducendo i costi – anche ecologici – di trasportare pellet da molto lontano. Sembra inoltre che il potere calorifico del pellet da caffè sia addirittura superiore a quello del pellet da legno. Il costo finale del prodotto è analogo. La cenere che ne rimane è un ottimo fertilizzante o può andare nella compostiera.

Ma non è tutto.

Una start up londinese, la Bio-Bean, ha ricavato dal caffè anche un altro combustibile, il biodiesel. Una tonnellata di fondi caffè, infatti, consente di ottenere 245 litri di questo carburante. E così, nella capitale inglese, ecco partiti gli autobus alimentati con B20, una miscela composta per l'80% da diesel e per il 20% di biocarburanti che comprendono olio estratto proprio dal riciclaggio dei fondi di caffè.

Come detto, a beneficiarne è soprattutto l’ambiente: secondo la Bio-Bean, infatti, l’olio di caffè permette di ridurre le emissioni inquinanti degli autobus del 10-15 percento.

Pensiamo al nostro quotidiano: quando svuotiamo una moka o buttiamo cialde e capsule, ci sembra sempre molto poco quello che riusciamo a recuperare. Ma se pensiamo di unirlo a tutti i fondi di caffè di tutte le persone del nostro palazzo, del nostro quartiere, della nostra città, possiamo renderci conto del potenziale di questi «rifiuti», che più che rifiuti sono una risorsa davvero preziosa!

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