La storia del caffè: tra verità e leggenda

Quanto amiamo il caffè! Ma da dove viene questa deliziosa bevanda, quali sono le sue origini? Oggi cerchiamo di raccontare la storia del caffè, districandoci tra leggenda e realtà. Il viaggio comincia!

La zona di provenienza della pianta del caffè è stata individuata nella regione di Kaffa sugli altopiani dell’Abissinia, l’odierna Etiopia. La leggenda più conosciuta narra che Kaldi, un pastore del VI secolo, lasciava le sue pecore libere di pascolare nei campi. Una notte le pecore non rientrarono all’ovile e furono ritrovate dal pastore il mattino successivo, vicino ad alcuni cespugli dalle bacche rosse, particolarmente vivaci e sveglie. Kaldi decise di raccogliere alcune bacche e portarle ad un vicino monastero dove i Monaci spaventati le buttarono nel fuoco. L’aroma che si sprigionò convinse i religiosi a raccogliere i frutti e preparare un infuso rinvigorente che li aiutò a stare svegli durante le lunghe veglie di preghiera. Una leggenda simile vuole, invece, che il caffè sia stato scoperto da un Iman di un monastero arabo, il quale ne preparò un decotto e lo fece gustare a tutti i monaci del convento, che rimasero svegli senza fatica tutta la notte.

Meno nota la leggenda su Maometto: si narra che un giorno in cui il Profeta si sentiva malissimo l’Arcangelo Gabriele gli venne in soccorso, portandogli una pozione inviatagli direttamente da Allah. La bevanda era scura come la Sacra Pietra Nera della Mecca, comunemente chiamata “qawa”. Maometto la bevve, si rianimò di colpo e ripartì per grandi imprese. Comunque sia, i resoconti di parecchi viaggiatori testimoniano che l’uso del caffè fosse diffusissimo in tutto l’Oriente Islamico.

Se le leggende sono affascinanti, la storia del caffè è, nel vero senso della parola, il racconto di un viaggio: il viaggio che dall'Abissinia porta la preziosa bacca nel Medio-Oriente e poi, attraverso il Mediterraneo, sbarca in Europa e poi nel mondo intero.

Sicuramente tra il XII e il XIV secolo il caffè iniziò a diffondersi nello Yemen grazie alle invasioni etiopi della zona e nella penisola araba attraverso le coste del Mar Rosso fino ad arrivare nella prima metà del 1500 ad Istanbul dove nacquero le “Case del Caffè”. I primi ad importare in Europa i chicchi di caffè furono i mercanti veneziani che nel 1605 acquistarono da commercianti musulmani un carico di caffè insieme a te, cacao e tabacco e mantennero il monopolio del commercio del caffè in Europa per circa un secolo, fino a quando anche altre potenze europee iniziarono a trattare il caffè direttamente con gli Arabi.

In Occidente, quindi, il caffè divenne noto attraverso Venezia, dove fu aperta la prima “Bottega del Caffè” nel 1640. Il successo fu immediato e questa bevanda si diffuse in ogni città italiana. Negli stessi anni un comando di marinai olandesi sbarcò sulle coste di Moka, nello Yemen, e riuscì ad impadronirsi di alcune piantine: dopo pochi anni, fiorirono le prime piantagioni a Giava e Sumatra. In seguito, il caffè cominciò a circolare in tutta l’America Centrale e Meridionale dove, specialmente in Brasile, esistono oggi le maggiori piantagioni del mondo.

In Europa, nel frattempo, il caffè era divenuto un "lusso" delle classi agiate. Inizialmente, turbata dalle voci sul suo potenziale afrodisiaco, la Chiesa aveva condannato quello che ormai era chiamato vino d'Arabia, etichettandolo come bevanda del diavolo. Tuttavia, pare che il caffè fosse apprezzato da papa Clemente VIII, il quale si rifiutò di mantenere la proibizione, come invece chiedevano i suoi consiglieri.

Il Settecento divenne il secolo d'oro del caffè, il tempo in cui si crearono il valore simbolico e i primi brand della bevanda. Le caffetterie dei secoli XVIII e XIX furono i più importanti centri di comunicazione delle città europee, diventarono luoghi di incontri, la "piazza" delle idee nuove. Esse mantennero sempre una doppia anima. Da un lato erano luoghi di aggregazione e convivialità disimpegnata, dall'altro divennero sedi di dibattito frequentate da uomini colti e da letterati. Col tempo, i costi dell'importazione dall'Arabia vennero contenuti poiché le potenze coloniali di Olanda, Francia e Inghilterra cominciarono a coltivare il caffè nelle loro colonie o, come accadde per larga parte degli inglesi e degli olandesi, lo sostituirono col tè. L'accessibilità economica dell'ambita bevanda permise anche alla borghesia d'avere il piacere di una tazzina di caffè, fino ai giorni nostri.

 

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